Nei precedenti articoli (leggi qui e qui) ho spiegato nel dettaglio cosa intendiamo per microbiota, ma soprattutto qual è la differenza con il microbioma, affinché non vi troviate impreparati nella lettura delle vostre analisi o referti medici che ne valutino la loro composizione.

In primis ci tengo a precisare l’importanza della distinzione tra il microbiota intestinale (leggi qui) e quello vaginale (leggi qui), anche perchè ormai gli ultimi studi hanno evidenziato non solo la loro singola composizione, ma anche la presenza di microbiota anche nel liquido seminale, a carico dell’endometrio e addirittura del follicolo, ma ne parleremo in seguito.

In questo articolo voglio focalizzarmi sull’aspetto pratico e sul lavoro che il biologo nutrizionista svolge per garantire il ripristino della funzionalità intestinale e la giusta eubiosi (ossia lo stato di equilibrio dei microrganismi che compongono il microbiota intestinale) in grado di garantire una buona fertilità.

La domanda più frequente che mi viene rivolta da un paziente, in particolare con una storia clinica caratterizzata da disturbi intestinali o anche solo da infezioni ricorrenti (che come vedremo sono correlate ad un’alterazione del sistema intestinale, come spiegato anche in maniera chiara e scientifica qui), è “Ma cosa devo mangiare? Ci sono alimenti specifici che eliminano la disbiosi intestinale e l’infezione?”

IL MICROBIOTA INTESTINALE E VAGINALE

Partiamo dal presupposto che i due microbiota, intestinale e vaginale, seppur interconnessi sono molto differenti tra loro in particolare:

  1. Il microbiota intestinale è molto diversificato e composto da 5 classi o Gut Phyla: Bacteroides, Firmicutes, Actinobacteria, Proteobacteria, Verrucomicrobia.
  2. Il microbiota vaginale invece è costituito prevalentemente da un unico ceppo i Lattobacilli che però sono anche loro distinti in 5 gruppi: CST I composto prevalentemente da Lactobacillus crispatus *spesso competitor di alcuni microrganismi causa di vaginosi batterica o infezioni sessualmente trasmesse*, CST II: Lactobacillus gasseri, CST III: Lactobacillus iners *con invece scarsa capacità di ridurre le infezioni, per cui spesso dominante in donne con disbiosi vaginali*, CST IV è lo stato di diversità con livelli inferiori di Lactobacillus e livelli più elevati di batteri anaerobici, Petoniphilus, Prevotella, Streptococcus, Atopobium e Megasphera, CST V: Lactobacillus jenseii.

Un corretta eubiosi tra i 5 gut phyla, Bacteroides, Firmicutes, Actinobacteria, Proteobacteria, Verrucomicrobia permette la giusta produzione di estrogeni da parte dell’estroboloma (di cui ho parlato qui), in grado di far prevalere a livello vaginale il microbioma vaginale sano (CST I, II, III e V) grazie al giusto apporto di glicogeno (fonte di riserva del glucosio) nelle cellule dell’epitelio che riveste la vagina.

Naturalmente oltra ad una corretta alimentazione e ad un corretto stile di vita è importante l’eta della donna. Infatti nel periodo antecedente alla pubertà e nel periodo della menopausa, si osserva una riduzione di alcuni ceppi che portano ad una riduzione degli strati di muco, della lubrificazione causati principalmente dalle variazioni ormonali. Come si nota in questa figura, estratta dall’articolo scientifico citato, l’aumento del ceppo CST IV porta a sintomi vaginali come atrofia vaginale, secchezza e rapporti dolorosi.

IL MICROBIOTA INTESTINALE E VAGINALE: LE LORO FUNZIONI

Il microbiota intestinale possiede numerose funzionoi, motivo per cui ormai è definito il centro di tutte le patologie:

  • Regola l’ infiammazione, patologie che hanno alla base uno stato di infiammazione *come la PCOS o sindrome dell’ovaio policistico, l’endometriosi e l’insulino-resistenza* mostrano anche un’alterazione dell’eubiosi intestinale: ossia una disbiosi
  • Regola il metabolismo glucidico o degli zuccheri considerando che l’insulino resistenza, l’obesità e il diabete si associano molto spesso ad infertilità, è importante lavorare sul microbiota intestinale
  • Regola il sistema immunitario, fondamentale per il concepimento (come scritto qui)
  • Riduce le tossine intervenendo nella gestione del carico di tossine a cui il nostro corpo è sottosposto, compresi gli interferenti endocrini (di cui ho parlato qui, qui e nel mio libro “Nutriamo la Fertilità”)
  • Produce ormoni sessuali gonadici femminili ossia gli estrogeni, di cui ho parlato qui, alterazioni nella loro azione si associa ad Endometriosi e PCOS)
  • Determina l’aumento del testosterone, una buona diversità del microbiota si associa ad una maggiore concentrazione di testosterone.

Il microbiota vaginale invece , mediante l’azione dei lattobacilli, ha la funzione di difendere l’ambiente dall’attacco di microrganismi presenti a livello della vagina ma “tenendoli a bada” senza farli prevalere.

IL MICROBIOTA INTESTINALE E VAGINALE: QUALI SONO I SEGNALI

In primis è importante ascoltare i segnali provenienti dal nostro corpo, ossia valutare il transito intestinale e la tipologia delle feci prodotte.

Le feci infatti sono classificate, mediante la Scala di Brystol, in differenti tipi:

  • Tipo 1: Caprine a palline dure, difficili da espellere
  • Tipo 2: A forma di salsiccia, ma con grumi uniti tra di loro
  • Tipo 3: Una salsiccia rotta, con crepe sulla superficie
  • Tipo 4: Salsiccia liscia e soffice
  • Tipo 5: Palline sperate in pezzi morbidi e facili da espellere
  • Tipo 6: Poltiglia cremosa, feci pastose
  • Tipo 7: Acquose e completamente solide
Forma delle feci secondo la scala di Bristol (da Lewis e Heaton, 1997, mod.) 14

La produzione delle feci di tipo 1 e 2 indica un transito molto lento, che facilita il ristagno di microrganismi fecali e intestinali, come Escherichia Coli, Candida, Enterococcus Faecalis, Klebsiella Pneumoniae, che possono colonizzare il distretto vaginale e uretrale.

La produzione delle feci di tipo 6 e 7 indica un transito molto rapido a cui consegue uno scarso assorbimento a livello intestinale.

Le feci ottimali sono il tipo 3 o 4, indice di un microbiota intestinale in salute.

IL MICROBIOTA INTESTINALE E VAGINALE: COME AGIRE

I cardini per un’alimentazione finalizzata al supporto del microbiota sono:

  • Garantire il giusto apporto di fibre, provenienti possibilmente da 3 porzioni di verdura e 2 porzioni di frutta al giorno. Sarebbe ottimale garantire a pranzo l’apporto di fibre cotte e crude e 1 porzione di fibra, possibilmente cruda in caso di gonfiore, a cena. Frutta e verdura contengono anche inulina, che assieme ai fruttoligosaccaridi o FOS, presenti nelle cipolle, porri, segale, avena, permettono di svolgere un’azione definita come prebiotica ossia fungono da alimento “selettivo” per i batteri “buoni” garantendone un buon sostentamento, rendendolo prevalenti rispetto ai batteri “cattivi”.
  • Inserire proteine e grassi di qualità, ossia carne da allevamenti non intensivi (pollo e tacchino razzolanti), uova biologiche ossia con codice sul guscio che abbia come primo numero lo 0 e grassi “buoni” che garantiscano la produzione di SCFA (leggi qui e qui cosa intendo)
Il microbiota è strettamente dipendente dalla nostra alimentazione
  • Inserire il giusto quantitativo di acqua al giorno, almeno 8 bicchieri o 1.5/2 L
  • Prediligere cereali naturalmente privi di glutine, come riso, quinoa, amaranto, farina di teff), soprattutto se si sta svolgendo un lavoro di ripristino del microbiota intestinale (leggi qui)
  • Garantire l’apporto di cibi prebiotici e probiotici (leggi qui le differenze), come yogurt biologico, kefir, lassi, kimchi e crauti crudi, e dall’ amido resistente o Resistant Starch. 

Per approfondire vi riporto anche all’articolo che ho scritto tempo fa per il sito della Dott.ssa Tatiana Giulia Rizzati, nello spazio dedicato alla tematica della fertilità: clicca qui