Continuando la serie relativa alla “Salute Spermatica”, tra i test fondamentali per testare la funzionalità dell’apparato riproduttivo maschile e il suo prodotto finale ossia lo sperma o il liquido seminale, dopo la frammentazione del DNA spermatico (di cui ho parlato qui), abbiamo la ricerca degli anticorpi anti-spermatozoo o anche definiti genericamente ASA.

La presenza di anticorpi contro un elemento del nostro corpo rientra tra le patologie autoimmunitarie (di cui ho parlato qui) ossia la risposta del nostro sistema immunitario contro sè stesso, in questo caso contro gli spermatozoi riconoscendoli come estranei e richiedendo una risposta per poterli “bloccare” fino ad interferire con la fecondazione dell’ovocita o cellula uovo femminile.

Anche in questo articolo ho richiesto l’intervento dell’esperto ossia il Dott. Salvatore Dimonte, direttore del Laboratorio BioMolecularLAb a Barletta, con cui collaboro e che ringrazio per la disponibilità nella stesura di numerosi articoli relativi alle sue competenze (leggi qui e qui) riporto di seguito il suo intervento:

“È stato accertato che gli anticorpi anti-spermatozoi (ASA) possono interferire con la fecondazione, portando alla cosiddetta “infertilità immunologica”.

La presenza di ASA è stata collegata a una compromissione del concepimento, con effetti deleteri sulla funzione spermatica, sull’interazione tra i gameti, sull’impianto e sullo sviluppo dell’embrione.
Gli ASA possono, infatti, interagire con varie parti degli spermatozoi stessi, come testa, coda, o combinazione di entrambi (ho parlato qui della morfologia dello spermatozoo)
Nonostante la sua rilevanza, l’eziologia, ossia la provenienza, degli ASA non è stata completamente caratterizzata. Gli ASA maschili sono stati principalmente associati a traumi dell’area genitale (ad es. varicocele, criptorchidismo, ecc.), infiammazione e infezione, oltre all’intervento chirurgico; inoltre, gli anticorpi contro gli antigeni spermatici sono stati rilevati a livello della membrana plasmatica degli spermatozoi, così come nel plasma seminale e nel circolo sanguigno (leggi anche qui, per avere un quadro più chiaro).

Gli ASA possono impedire la fecondazione e complicare il viaggio dello spermatozoo verso la cellula uovo femminile.

Anche nelle donne è possibile rilevare la presenza degli ASA che immobilizzano gli spermatozoi, dopo il loro ingresso nel corpo della donna, sia nel siero che nel muco cervicale e nel fluido follicolare (leggi qui, dettagli sul fluido follicolare).

Questo stato si verifica spesso a causa della debolezza dei meccanismi naturali che garantiscono una tolleranza molecolare allo spermatozoo, ossia viene riconosciuto come estraneo e dunque come un minaccia contro cui reagire, mentre in situazioni “fisiologiche” si concede il passaggio dello spermatozoo seppur “non self”.

La compromissione di tali meccanismi di tolleranza verso lo spermatozoo, da parte del corpo della donna, può essere indotta, ad esempio attraverso infezioni batteriche e/o virali o somiglianze molecolari (mimetismo) tra gli antigeni di superficie degli spermatozoi e microrganismi patogeni come la Chlamydia trachomatis o Helicobacter pylori un vero e proprio “qui pro quo“.
Coppie con ASA in sieri femminili hanno mostrato significative riduzioni nei tassi di fecondazione, al pari di altri autoanticorpi come l’anti-ovaio (di cui parleremo in seguito).

La presenza di ASA è stata associata a diminuzione della motilità degli spermatozoi, nonché ad anomalie nei parametri dello sperma (bassi valori per concentrazione, conta, motilità e integrità della membrana), tanto che diversi studi sottolineano che la valutazione degli ASA deve essere inclusa in tutti gli esami seminali di routine per gli uomini che si rivolgono a laboratori di Andrologia.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (quinto manuale dell’OMS) raccomanda di valutare gli ASA nel liquido seminale mediante il test di reazione antiglobulina mista (MAR) o il test immunobead (IB). In particolare, un valore soglia del 50% degli spermatozoi mobili con presenza di ASA è stato stabilito come clinicamente rilevante. Usando queste procedure, è stata segnalata un’incidenza del 5-39% di autoanticorpi spermatici in uomini sospettati di infertilità.
Si stima che diversi casi di infertilità siano di origine immunologica e associati alla presenza di ASA negli uomini e/o nelle donne.

Gli ASA bloccano la fecondazione. Immagine di wunschkinder.net

Volendo elencare gli effetti:
– gli ASA causano l’agglutinazione spontanea durante l’eiaculazione e impediscono la loro
progressione nel tratto genitale femminile;
– gli spermatozoi liberi, legati agli ASA, vengono trattenuti a livello della secrezione cervicale;
– gli ASA possono mascherare alcuni antigeni che sono importanti per la penetrazione degli spermatozoi nell’ovulo;
– gli spermatozoi e gli ASA possono formare complessi sul tessuto uterino, che innesca la secrezione di istamina e induce l’espulsione dell’embrione impiantato, rendendo difficile il mantenimento della gravidanza.