La qualità spermatica è fondamentale quanto quella femminile, perché come ripeto spesso “il puzzle è fatto da due tasselli” e bisogna curare e nutrire entrambi.
Gli spermatozoi richiedono i giusti nutrienti, provenienti dall’alimentazione e anche dall’integrazione, per poter svolgere il lungo cammino, ossia attraversare l’apparato riproduttivo femminile fino a raggiungere l’ovocita e trasportare il corredo genetico maschile.
Nei precedenti articoli relativi alla Salute Spermatica, leggi qui, qui, qui, qui e qui, ho spiegato aspetti relativi solo alla fertilità, all’anatomia del corpo maschile e del suo apparato riproduttivo, ma..
Come possiamo aiutare la fertilità maschile con lo stile di vita alimentare?
L’obiettivo principale dell’alimentazione è quello di ridurre al minimo il danno ossidativo che può interessare il corredo genetico, elemento importante all’interno dello spermatozoo, che costituirà il 50% del corredo cromosomico dell’embrione. In particolare essendo la cellula spermatica, o spermatozoo, molto piccola è maggiormente sollecitata dall’azione dei radicali liberi prodotti dallo stress ossidativo, processo fisiologico che tende ad aumentare con l’età e che può divenire controproducente per la salute spermatica se non bilanciato dagli antiossidanti.

I radicali liberi, prodotti dallo stress ossidativo, possono infatti alterare la morfologia spermatica, ridurne la motilità, e aumentare la frammentazione del DNA (di cui ho parlato qui anche in relazione ai test utili per misurala). Un’alimentazione ricca di antiossidanti, provenienti dalla frutta e dalla verdura, permette di fornire la giusta quantità di antiossidanti, in particolare quelli che migliorano la fertilità maschile:
- Lo Zinco, minerale fondamentale per la formazione del testosterone (di cui ho parlato abbondantemente nel mio libro cartaceo e nel mio ebook, vedi qui), influenzando la motilità spermatica.

- Il Selenio, minerale fondamentale, assieme allo Zinco, per la formazione dello spermatozoo e per la motilità, proteggendo il corpo anche dall’accumulo di metalli, come il mercurio di cui ho parlato qui, in seguito al consumo di alimenti “inquinati”.
- La Vitamina E, principale antiossidante liposolubile ossia che passa attraverso strutture ricche di lipidi o grassi, come le membrane cellulari, prevenendo l’alterazione delle membrane plasmatiche dello spermatozoo, e le alterazioni della morfologi a carico della testa, del collo e della coda (leggi qui);
- La Vitamina C, leggi anche qui, idrosolubile quindi che si discioglie bene nelle strutture acquose della cellula spermatica, presente infatti nel fluido seminale, permette in particolare di ridurre la formazione delle agglutinazioni (se ci fate caso è presente tra le diciture dello spermiogramma), presenti in caso di infezioni genito-urinarie (da Chlamydia, Ureaplasma, Micoplasma..) e se sono presenti anticorpi contro gli spermatozoi o ASA (di cui ho parlato anche qui). Ho parlato della sua integrazione anche in questo articolo, clicca qui.

Gli antiossidanti elencati assieme a tanti altri micronutrienti fondamentali per la salute spermatica sono presenti non solo nella frutta e nella verdura, ma anche nella frutta secca *in particolare ho parlato circa un anno fa, sui miei profili social, di un recente studio che ha valutato l’importanza dell’assunzione delle noci per la salute spermatica in quanto ricche di Vitamina E e di Selenio*, nella carne, nelle uova, nei semi.
Tuttavia è importante valutare anche la loro assunzione e la loro efficacia in base a tanti fattori come la presenza di abitudini alimentari e di vita che possono aumentare la produzione dei radicali liberi:
- L’alcol, il consumo di caffè e il fumo (sia attivo che passivo), incrementano la produzione di spermatozoi abnormi, ossia alterati nella morfologia, e alterano anche la motilità *in particolare il caffè sembra incrementare la motilità in sito e non quella direzionata verso l’ovocita, ne ho parlato in passato anche qui e qui*, riducendo l’assorbimento di importanti nutrienti *in particolare l’alcol sequestra importanti nutrienti come la Vitamina E e l’acido folico*;

- L’aumento di peso, di cui ho parlato abbondantemente in questo articolo, clicca qui, e nel mio libro, clicca qui, in quanto il tessuto adiposo in eccesso, soprattutto se localizzato a livello ormonale, converte gli ormoni maschili in ormoni femminili;
- L’ambiente e gli alimenti “inquinati” dai cosiddetti disregolatori endocrini, di cui ho parlato qui e qui e abbondantemente nel mio libro, che alterano la produzione ormonale di testosterone ed estrogeni.