Dopo aver parlato nei precedenti articoli del processo di formazione dello spermatozoo(spermatogenesi, leggi qui) e dell’ultimo processo fondamentale per la sua maturazione(spermiazione, leggi qui). Con questo articolo continuo la serie relativa alla “Salute Spermatica” valutando i test fondamentali per testare la funzionalità dell’apparato riproduttivo maschile e il suo prodotto finale ossia lo sperma o il liquido seminale.
Dopo un anno o 12 mesi di rapporti mirati e non protetti, se la gravidanza non arriva è utile sottoporsi a vari test in grado di valutare la propria fertilità sia maschile che femminile, in quanto il puzzle che si andrà a formare è formato da due pezzi e non da uno solo. Molte coppie perdono molto tempo prezioso valutando solo la funzionalità del sistema riproduttivo femminile senza valutare in contemporanea *anche* il proprio partner e il suo liquido seminale. Circa il 50 % dei problemi di ipo o infertilità, infatti, sono determinati dal fattore maschile sia se si cerca la gravidanza in maniera naturale e sia nel caso in cui si ricorre alle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA).
Quali sono i test che permettono di indagare la qualità del liquido seminale?
Non essendo una mia competenza diretta ho ritenuto opportuno scrivere questo articolo in collaborazione con il Dott. Dimonte Salvatore, direttore di BioMolecularLab, con cui mi confronto spesso per poter fornire le giuste informazioni e valutare il paziente a 360° (abbiamo scritto insieme anche l’articolo relativo alla mutazione MTHFR leggi qui).
Oltre alla più famosa (e di cui parlerò nei prossimi articoli) metodica utilizzata ossia lo spermiogramma ci sono tanti altri test a cui spesso l’uomo si sottopone dopo anni e anni di ricerca e che invece ritengo fondamentale anche in prima istanza per poter valutare al meglio e in base al caso tutta la panoramica.
Come riporta il Dott. Dimonte:
“Lo spermiogramma è un test del liquido seminale utile per avere un primo inquadramento della fertilità maschile. Permette infatti di capire rapidamente e a grandi linee la presenza di eventuali problematiche da approfondire con indagini di secondo/terzo livello. Ha il compito di valutare quantitativamente e qualitativamente gli spermatozoi presenti nel liquido seminale.
Normalmente, sullo stesso campione di liquido seminale si esegue anche la spermiocoltura, di cui parlerò nei prossimi articoli, esame che serve per accertare la presenza di eventuali batteri nello sperma responsabili di prostatite o uretrite (ossia infezioni a carico della prostata e dell’uretra).
La ricerca spermatica del virus HPV è un approccio infettivologico che fortunatamente sta iniziando sempre più ad essere richiesto nello studio sulla fertilità di coppia. Il papillomavirus nell’uomo può determinare (anche) infertilità. Risulta perciò anche più difficoltosa la fecondazione di un ovocita (di cui ho parlato qui). Infatti questo virus è in grado di aderire agli spermatozoi riducendone il potenziale di fertilità. Risulta perciò anche più difficoltosa la fecondazione in vitro (quindi mediante le tecniche di PMA) se c’è un infezione in corso non diagnosticata. Utile perciò fare screening e eventuale tipizzazione su tutti i genotipi virali ad oggi riconosciuti (sono più di 225 HPV).
Altro approccio analitico è la valutazione delle microdelezioni del braccio lungo del cromosoma Y, problematica genetica che rappresenta la seconda causa di infertilità maschile dopo la sindrome di Klinefelter. E’ un test consigliato agli uomini per i quali dallo spermiogramma è risultata azoospermia o un oligospermia severa.”
Infine, se c’è un riscontro di una produzione di spermatozoi molto ridotta o assente, diventa rilevante il dosaggio plasmatico degli ormoni FSH, LH e testosterone (di cui ho ampiamente parlato nel mio libro disponibile in formato ebook, clicca qui, o cartaceo)
Test di frammentazione del DNA spermatico
Ho voluto dedicare un piccolo capitolo a parte per un test di cui spesso le mie pazienti mi chiedono informazioni meravigliate e incuriosite da questo test per loro incomprensibile e “atipico”.
Come riporta il Dott. Dimonte “Il test di frammentazione del DNA spermatico non deve essere confuso con lo spermiogramma, in quanto valuta l’integrità del materiale genetico degli spermatozoi” valutando in profondità, e non solo “esteticamente”, la salute spermatica.
Durante la formazione degli spermatozoi (di cui ho parlato qui e qui) il loro DNA è fisiologicamente soggetto a frammentazione, ossia subisce continuamente tagli lungo la sua lunghezza che interrompe l’integrità del DNA, successivamente questi tagli sono riparati per concludere la riorganizzazione genetica che avviene quando non ci sono problemi. Diversamente, quando questo meccanismo non avviene correttamente, la frammentazione genetica non viene riparata e può causare infertilità: più è alto il numero di lesioni, minore sarà l’integrità del materiale genetico e quindi la probabilità di generare una gravidanza a termine. In particolare uno spermatozoo che presenta una percentuale di DNA frammentato superiore al 30 % (>30%) non riesce a fecondare l’ovocita o se ci riesce produce embrioni non vitali o che non attecchiscono determinando anche aborti molto precoci.
Quali sono le cause che possono determinare una frammentazione del DNA maggiore del 30%?
Le cause di distinguono in:
- Cause di natura intrinseca: ossia determinate da caratteristiche proprie dell’uomo come mutazioni che ostacolano il compattamento del DNA, età, deficit ormonalio interruzione del processo apoptotico selettivo ossia una forma di selezione naturale che scarta, senza eiacularli, gli spermatozoi danneggiati, ma se questo processo è interrotto si ha un accumulo di questi spermatozoi malfunzionanti;
- Cause di natura estrinseca: l’alimentazione, fattori ambientali e lo stile di vita.
In particolare la frammentazione del DNA aumenta in seguito al danno ossidativo causato da un incremento dei radicali liberi (di cui ho parlato anche qui in relazione all’endometriosi), questo aumento può essere determinato da:
- Fumo;
- Inquinamento ambientale;
- Chemio/radioterapia;
- Malattie infiammatorie acute o croniche;
- Disfunzioni del metabolismo;
- Varicocele;
- Febbre alta;
- Esposizione a temperature elevate;
Infine ci tengo a precisare che nell’uomo i parametri dello spermiogramma possono modificarsi, soprattutto se si effettua un cambiamento dello stile di vita, in base al momento in cui viene fatto il prelievo e lo stesso avviene per i livelli di frammentazione del DNA anche a distanza di settimane o mesi. Tuttavia non ci sono dati a sufficienza per raccomandare di routine questo test ma lo ritengo essenziale come test complementare per valutare anche le variazioni effettuate su alcuni fattori come l’alimentazione.