Tra le infezioni correlate con la fertilità c’è anche lei: la Cistite.

Si distingue in tue tipologie:

  • Cistite Batterica
  • Cistite Interstiziale

La cistite Interstiziale è meno conosciuta ed è definita con il termine di sindrome del dolore pelvico, a differenza della cistite batterica, è cronica e non è correlata ad infezioni batteriche, in realtà la causa principale non è stata ancora ben identificata.La cistite interstiziale è una malattia cronica della vescica e provoca come sintomatologia dolore pelvico, o al basso ventre, urgenza e frequenza nella minzione. Spesso si accompagna ad altre condizioni già presenti e che interessano sempre la zona pelvica come l’endometriosi (di cui ho parlato abbondantemente qui, qui e qui), la fibriomialgia, la vulvodinia o altre condizioni che hanno determinato un’alterazione del pavimento pelvico. 

La cistite batterica invece è molto più frequente, si stima infatti che circa 1 donna su 5 almeno una volta nella vita avrà la cistite batterica, colpisce soprattutto le donne in relazione all’anatomia tipica dell’apparato genitale femminile. Il microrganismo, o batterio, causa della cistite è prevalentemente l’Escherichia Coli, di origine fecale (motivo per cui l’anatomia femminile predispone maggiormente la donna a contrarla) e si distingue in:

  • Cistite batterica transitoria, che con piccole accortezze *come bere tanta acqua per eliminare il microrganismo e ridurre la carica batterica* va via;
  • Cistite batterica recidivante o cronica, che necessita di un trattamento in acuto ma anche preventivo *anche* mediante l’alimentazione

Quali sono i sintomi della cistite batterica?

Ovviamente fornirò un maggiore spazio nella trattazione della cistite batterica in quanto è quella più comune. I sintomi sono spesso i seguenti:

  • Frequenza impellente ed urgente nella minzione
  • Dolore e bruciore nell’eliminazione delle urine
  • Produzione di urine maleodoranti, schiumose e di colore scuro
  • Dolore al basso ventre o pelvico
  • Stanchezza e spossatezza generale, simil-influenzale

Come viene fatta la diagnosi?

La diagnosi viene fatta dal medico che prescriverà un esame specifico delle urine, l’urinocoltura,  in grado di determinare la causa, ossia il microrganismo, che ha determinato la cistite in corso: solitamente oltre all’Escherichia Coli, la causa può anche essere il Proteus Vulgaris o la Klebsiella. L’urinocoltura, svolta in laboratorio dal microbiologo, permette di identificare il microrganismo “incriminato” mentre l’antibiogramma definendo un identikit del batterio, in base alla sua sensibilità o resistenza a specifici antibiotici. Una volta individuato l’antibiotico verso cui è sensibile e che è in grado di debellarlo, il medico prescrive il trattamento adatto. Motivo per il quale non bisogna dare un antibiotico standard per tutti ma valutare il batterio e il suo antibiogramma, in modo da eliminarlo definitivamente.

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Quali sono le cause della cistite batterica?

Una delle cause più comuni, oltre al trattenere per troppo tempo le urine facilitando l’aumento della carica batterica, è il calo degli estrogeni. Solitamente si verifica, nella donna fertile, in prossimità del ciclo mestruale (ho spiegato in questo articolo tutto il ciclo ormonale, clicca qui), ma anche in altre condizioni della donna come la menopausa e in amenorrea (leggi qui e qui). Tuttavia anche altre condizioni correlate con la propria vita sessuale (rapporti con soggetti infetti) o i metodi contraccettivi usati (uso di diaframma) o uso di catetere urinario possono predisporre l’insorgenza della cistite. Infine anche un sistema immunitario “debole” può essere un fattore predisponente o la presenza del diabete mellito, per l’elevata quantità di glucosio nel sangue, può essere un fattore di rischio essendo il glucosio una fonte alimentare per il microrganismo che incrementa la carica (ossia il numero) batterica.

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Alimentazione e Cistite

Arrivando a quelle che sono le mie competenze, l’alimentazione può essere un aiuto per la cistite se focalizzata su 3 punti chiavi:

  • Avere un’azione anti-infiammatoria, cercando di ridurre le fonti alimentari di omeg6 (pro-infiammatori e provenienti per la maggior parte dai prodotti industiali) in modo da avere un giusto rapporto *e non a favore degli omega6* con gli omega3 (anti-infiammatori e provenienti dal pesce). Inoltre anche in un ottima anti-infiammatoria, e non solo correlata con i livelli di glicemia, è utile non avere picchi insulinemici (ho spiegato qui la relazione tra insulina e infiammazione)
  • Inserire alimenti fermentanti, prebiotici o probiotici che permettono di ripristinare la giusta flora intestinale (di cui ho parlato qui) in modo da evitare la predominanza di alcuni ceppi che possano essere la causa della cistite. Ovviamente l’utilizzo deve essere personalizzato, in quanto non è consigliato l’uso di FOS o inulina (spesso presenti nei prebiotici) in caso di colon irritabile se c’è una sintomatologia in acuto, lo stesso discorso vale per alimenti fermentanti (come  crauti o i porri).
Batteri, Microscopio Elettronico
  • Aumentare il consumo di alimenti contenenti il D-Mannosio (tra cui mele, arance, pesche, broccoli e fagiolini). Anche in questo caso la personalizzazione è importante, molti alimenti citati, infatti, non sono consentiti in caso di colon irritabile o intolleranza all’istamina. Il D-Mannosio è una vera e propria àncora per l’E-coli che gli permette di aderire bene, con le sue fimbrie, alle nostre cellule mentre passa dall’intestino al tratto urinario (motivo per cui è importante migliorare la flora intestinale). Volendo semplificare il tutto è come un vero e proprio “gioco delle sedie” se si lega il D-Mannosio degli alimenti ingeriti (o degli integratori assunti) non si legherà il D-Mannosio delle cellule intestinali o del tratto urinario. Infine il D-Mannosio è contenuto anche nel Cranberry che non è il mirtillo (motivo per cui non consiglio il mirtillo al contrario dell’uso comune, anzi il succo può anche contenere più zuccheri che come abbiamo visto possono avere effetti negativi sul quadro insulinemico e infiammatorio)