Nei precedenti articoli ho parlato del ciclo mestruale (leggi qui) e dell’alimentazione ideale per poter facilitare il corpo della donna nella sua funzionalità, fase per fase:
- Nella prima fase del ciclo ossia la fase follicolare o estrogenica (leggi qui)
- Nella fase centrale del ciclo ossia la fase ovulatoria o ovulazione (leggi qui)
- Nella seconda fase del ciclo ossia la fase progestinica o premestruale, di cui parlerò in questo articolo
- Il protagonista principale di questa seconda e ultima fase del ciclo mestruale è un ormone chiamato progesterone, la sua produzione è stata stimolata dal picco dell’LH (di cui ho parlato qui e qui e ampiamente e nel dettaglio nel mio libro, clicca qui per l’acquisto).
Chi è il progesterone?
Il progesterone è un ormone prodotto dal corpo luteo (ossia il follicolo che è stato abbandonato dall’ovulo in seguito al suo scoppio durante l’ovulazione). Il corpo luteo diventa una vera e propria ghiandola e produce il progesterone, importante per indurre le cellule dell’endometrio a diventare secretive ossia tali da poter accogliere l’ovulo fecondato e quindi la potenziale vita.
La fase progestinica o premestruale
Nei precedenti articoli ho cercato di spiegare fase per fase quello che avviene a livello funzionale nel corpo della donna e quelle che sono le sensazioni corporee, spesso spiacevoli. In particolare durante la fase progestinica o premestruale si ha un rallentamento delle funzionalità corporee, con una maggiore irritabilità della donna, scarsa concentrazione, aumento della ritenzione idrica e della sensazione di gonfiore, in quanto il corpo si prepara ad accogliere il potenziale ovulo fecondato. La fase progestinica è quella fissa che dura precisamente 14 giorni, dal giorno dell’ovulazione fino al primo giorno in cui si hanno delle vere e proprie perdite rosse e non marroncine.
In questa fase la donna tende a piacersi meno dal punto di vista fisico, proprio per la sensazione di gonfiore e per un rallentamento del metabolismo dovuto ad un innalzamento della temperatura basale. Il corpo ha una ridotta capacità di metabolizzare i carboidrati ecco perché è importante porre l’importanza, dal punto di vista alimentare, sull’equilibrio degli zuccheri e sulla tipologia dei carboidrati *prediligendo riso o altri cereali privi di glutine (non gluten-free) e che riducono la ritenzione idrica, al contrario della pasta* , in particolare il progesterone riduce l’utilizzo degli zuccheri creando una vera e propria “intolleranza glucidica“.
L’alimentazione può essere un aiuto per affievolire queste spiacevoli sensazioni?
L’alimentazione può essere un potente e naturale alleato, da personalizzare ovviamente caso per caso e anche negli ultimi giorni del ciclo ossia quelli premestruali. Ogni donna infatti risponde in maniera differente dal 23-24°giorno del ciclo mestruale, partendo da una semplice sensazione di pesantezza e gonfiore fino ad arrivare ad una vera e propria sindrome premestruale (PM), con cefalea, vulnerabilità e una maggiore facilità alla commozione e al lamento.
Evitando alimenti che facilitano la ritenzione idrica, come insaccati o formaggi o farinacei, e incrementando l’assunzione giornaliera di acqua o tisane, piacevoli soprattutto nel periodo invernale, e di verdure drenanti, come il radicchio, i carciofi, il sedano, gli asparagi e il prezzemolo è possibile affievolire la sintomatologia. Tuttavia in base alla risposta della donna, nei giorni precedenti al ciclo, bisogna incrementare o meno i cibi che apportano il giusto contributo di potassio, calcio e magnesio, per facilitare la contrazione muscolare dell’endometrio, e che facilitano o riducono l’irrorazione sanguigna incrementando o riducendo il flusso sanguigno.
Infine è importante eliminare o ridurre nei giorni precedenti al ciclo: alcolici (come vino e birra) e bevande zuccherate, per la ridotta tolleranza glucidica che caratterizza questa fase e in quanto aumentano i sintomi della sindrome premestruale in seguito ai picchi e cali glicemici che determinano.