Ho deciso di concentrarmi su questo argomento delicato in seguito a diversi casi che mi sono capitati in ambulatorio. L’assenza del ciclo per più di 6 mesi è una condizione definita come amenorrea, in questo articolo cercherò di spiegare di cosa di tratta e quali conseguenze può avere a lungo andare sulla riproduzione della donna, quindi sulla sua fertilità, e anche sulla salute dell’osso determinando anche anomalie a livello scheletrico.

Per cominciare l’amenorrea si distingue in:
PRIMARIA: data dall’assenza del ciclo mestruale nonostante il raggiungimento della pubertà, è spesso determinata da irregolarità a livello cromosomico (quindi a livello genetico come la Sindrome di Turner) o anormalità a livello anatomico.
SECONDARIA: ossia nonostante si sia manifestato il primo menarca (il primo ciclo mestruale) si abbia una cessazione della sua ciclicità per più di sei mesi.
Le cause dell’amenorrea secondaria sono tante e spesso è difficile per il ginecologo identificarle se non si ha una profonda conoscenza della storia clinica e anche di precedenti episodi nella vita della donna.

L’arrivo del ciclo mestruale ogni 28 giorni con l’ovulazione tra il 10 e il 14 giorno non è un meccanismo semplice, al contrario richiede la coordinazione di diversi distretti che non sono localizzati sono nella parte bassa del nostro corpo ma partono addirittura da due distretti presenti a livello centrale come l’ipotalamo e l’ipofisi.

Si parla perciò di un vero e proprio asse di congiunzione tra l’ipotalamo, l’ipofisi e le gonadi (ossia le ovaie) definito con l’acronimo HPO.

Questo asse tuttavia non è isolato ma interagisce con altri sistemi e altri assi (spesso pensandoci paragono il tutto alle scale magiche della scuola di stregoneria di Hogwarts, del famoso Harry Potter, dove ogni scala magicamente cambiava direzione incrociandosi con altri pianerottoli o altri piani). L’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi interagisce infatti con un altro asse che collega l’ipotalamo, l’ipofisi e la tiroide e con un altro asse che collega il sistema nervoso centrale alle ghiandole surrenali. Ciascun asse ha una sua funzione in base all’organo che influenzano perciò:

-L’asse che giunge sulle gonadi (HPO) determina la produzione degli ormoni sessuali

-L’asse che giunge sulla tiroide (HPT) determina il nostro metabolismo

L’asse che giunge sulle ghiandole surrenali (HPA) determina la produzione del cortisolo

Questi tre assi vi portano già ad intuire quanto sia importante l’equilibrio ormonale sul nostro peso o sull’eccesso di grasso (quindi sul nostro metabolismo) e quanto incida anche sulla nostra condizione di stress (ricordate che il cortisolo è il famoso ormone dello stress). Insomma ogni alterazione di ciascuna variabile (stress, alimentazione, aumento o perdita di peso, equilibrio ormonale) incidono su tutto il sistema. Ritornando all’esempio delle scale della scuola di Hogwarts se non coincidono nel loro percorso Harry Potter precipiterà oppure si perderà.

Le conseguenze della mancata ricezione di questo messaggio, che parte dal sistema nervoso centrale e arriva al sistema endocrino coinvolgendo i tre assi, porta all’amenorrea, ossia l’assenza del ciclo mestruale, e all’anovulazione, ossia l’assenza dell’ovulazione. Quando queste due condizioni sono determinate da situazioni di stress particolari, sia lavorative che emotive, o da perdita di peso eccessive (dovuta da una forte restrizione calorica e quindi da uno stato nutrizionale alterato) o da un’attività fisica intensa si parla di amenorrea ipotalamica funzionale.

In che modo lo stress è in grado di interrompere questo complesso meccanismo?

Sia l’asse che termina sulle ghiandole surrenali (HPA) e sia l’asse che termina sulla tiroide (HPT) sono influenzati negativamente dallo stress, ma non solo, anche ciascun asse con i suoi messaggeri influenza negativamente gli altri. In particolare lo stress determina una riduzione degli ormoni tiroidei, soprattutto del TSH, aumentando la produzione del cortisolo , ormone dello stress e messaggero dell’asse che termina sulle ghiandole surrenali, che a loro volta riduce la conversione del T4 in T3, forme attive degli ormoni tiroidei e la produzione stessa del cortisolo. Cosi anche in casi di ipotiroidismo, quindi ridotta produzione degli ormoni tiroidei, si ha una ridotta produzione dei cortisolo. Insomma in condizioni in cui:

-Si ha una forte perdita di peso e quindi un rallentamento del metabolismo, con riduzione degli ormoni tiroidei

-Si ha una situazione di stress emotiva o lavorativa che determina un aumento del cortisolo

Il risultato è una riduzione anche dell’asse che determina la produzione degli ormoni sessuali, che regolano il ciclo mestruale e l’ovulazione (vedi qui nel dettaglio).

L’alimentazione può influire anche sull’amenorrea?

Come ho scritto all’inizio dell’articolo l’amenorrea si distingue in primaria e secondaria, di certo quando l’amenorrea è primaria l’alimentazione non può agire in situazioni in cui sono coinvolte alterazioni anatomiche o genetiche che non possono essere riportate alla situazioni di normalità. Mentre sull’amenorrea ipotalamica, che è secondaria, l’alimentazione può ripristinare la condizione di normalità che è stata alterata.

Per molti anni si è cercato di identificare il legame tra lo stato nutrizionale e la riproduzione fino a definire i due protagonisti di questo legame sono la grelina e la leptina, veri e propri interruttori on-off del comportamento alimentare.

Nel prossimo articolo cercherò di parlare anche della loro azione e in particolare della leptina, un anello di congiunzione tra l’alimentazione e la salute riproduttiva.