L’argomento di cui parlerò in questo articolo si allontana dal tema principale del mio blog, ma come biologa nutrizionista affronto anche queste tematiche nel mio ambulatorio, perciò data la frequenza con cui si verificano i calcoli renali penso che questo tema possa risultare alquanto interessante.
Come sempre ho deciso di scrivere questo articolo dopo aver stilato un piano alimentare per un paziente con calcoli renali o nefrolitiasi, ovviamente aveva già un foglio informativo con gli alimenti da consumare con moderazione, con frequenza e da evitare, datogli dal suo medico curante, sicuramente per alcuni versi corretto ma per altri non molto aggiornato. Ho deciso perciò, come è nella mia idea di professionista, di scrivere un articolo informativo che potesse dare delle semplici basi scientifiche aggiornate, in modo da capire perché alcuni alimenti sono da preferire e altri da ridurre.
L’alimentazione, come sempre, si è visto che ha un ruolo incisivo in vari ambiti e in particolare nella nefrolitiasi ha un ruolo decisivo nell’apporto di calcio, sodio, magnesio e potassio. Infatti il foglio generico dato al mio paziente per le nefrolitiasi se da un lato riduce gli alimenti ricchi di sodio e potassio dall’altro riduce la quantità di calcio, ma secondo gli ultimi studi non è corretto.

Perché è importante assumere la sufficiente quantità di calcio dall’alimentazione?
Il calcolo è dato dal deposito a livello del sistema renale di diversi sali minerali. La loro classificazione varia in base alla composizione chimica: calcoli di calcio, calcoli di ossalato, calcoli di acido urico, calcoli di struvite , calcoli di cistina, calcoli di xintina e infine i calcoli di composizione mista.
I calcoli più frequenti sono quelli che hanno una composizione calcica o mista (ad esempio i calcoli costituiti da ossalato di calcio, fosfato di calcio o entrambi). In questo caso la formazione dei calcoli deriva dall’associazione dell’ossalato e del calcio depositati nel rene o rilasciati poi, insieme, all’interno delle vie urinarie, (immaginando il sistema renale come un vero e proprio sistema fognario) che associandosi formano l’ossalato di calcio (come due calamite di piccole dimensioni che attraendosi creano una calamita più grande) dei veri e propri depositi o aggregazioni presenti nel tratto urinario che “intasano” tutto il sistema renale provocando spasmi e dolori. L’alimentazione è mirata a ridurre l’eliminazione dell’ossalato di calcio per via urinaria e garantire l’associazione di ossalato e di calcio a livello intestinale per impedirne il riassorbimento e l’arrivo nel sistema renale, sia del calcio che dell’ossalato.
In passato si pensava che riducendo la quantità di calcio proveniente dall’alimentazione potesse incidere sulla formazione di questa “coppia” ossalato-calcio, perciò i cibi consigliati sono poveri di ossalato o di calcio, non considerando però che una drastica riduzione del calcio introdotto con l’alimentazione determinerà il suo sequestro dalle nostra ossa, predisponendoci a fratture e dolori articolari.

Quali sono le raccomandazioni alimentari più recenti?
A livello alimentare è importante:
- Apportare la giusta quantità giornaliera di calcio da yogurt o latte o formaggi ma anche da alcune verdure (circa 1000 mg al giorno, per coloro che hanno un’età inferiore ai 50 anni e di 1200 mg se l’età è superiore ai 50 anni) e non eliminarlo del tutto per evitare che il calcio, non introdotto a livello alimentare, venga sequestrato dalle ossa e dal nostro sistema scheletrico.
- Aumentare il flusso urinario, quindi bere almeno 2/2,5 L di acqua o liquidi al giorno, in modo da diluire i soluti presenti nelle urine e ridurne l’aggregazione, causa dei calcoli, bevendo circa 250 ml di acqua o liquidi ad ogni pasto, prima del pasto, prima di andare a dormire e anche durante la notte per ridurre la concentrazione delle urine del mattino (che di solito hanno un colore molto più scuro). Tuttavia non tutti i liquidi riducono i rischi di calcoli renali e il loro effetto dipende dal tipo di calcolo. Ad esempio il succo di mirtillo acidifica le urine ed è quindi utilizzato per prevenire i calcoli di struvite o il succo di ribes nero rende alcaline le urine prevenendo la formazione di calcoli di acido urico o il succo di arancia con il suo contenuto di citrato rende le urine alcalini.
- Il tè, il caffè, il caffè decaffeinato, la birra, e il vino sono associati con una riduzione del rischio di formazione dei calcoli, ovviamente con moderazione.
- Ridurre l’apporto di Sodio (ossia il sale da cucina) e diminuire i cibi ricchi di potassio
- Non è necessaria una severa riduzione dell’ossalato (e quindi l’eliminazione di rabarbaro, spinaci, barbabietole rosse, noci, cioccolato…) in quanto i cambiamenti nella concentrazione dell’ossalato influiscono sul calcio urinario e viceversa. Infatti è stato visto che il calcio proveniente dalla dieta riduce l’assorbimento dell’ossalato proveniente dalla dieta e che un basso apporto di calcio (come era consigliato in passato) di circa 200 mg al giorno aumenta l’assorbimento di ossalato, causando la formazione dei calcoli renali la cui formazione invece è ridotta con l’introduzione di una quantità di calcio pari a 1000/1200 mg al giorno. Bisogna quindi aggiungere il calcio ad ogni pasto per prevenire il sequestro dalle ossa e per far si che si leghi all’ossalato e non venga assorbito a livello renale.
- Il contenuto di ossalato del tè fermentato dal regolare tè verde o nero dovrebbe essere assunto con un po’ di latte, in quanto il latte sembra ridurre l’assorbimento dell’ossalato, rendendolo meno assorbibile in seguito al legame a livello del lume intestinale come ossalato di calcio.
- Si consiglia un alto contenuto di verdura e frutta (tenendo conto del loro contenuto in potassio e magnesio)
- Moderare il consumo di latticini a basso contenuto di grassi
- Mantenere basso il consumo di proteine animali in quanto ricche di amminoacidi solforati che influenzano il potenziale acido della dieta
In conclusione..
Le nozioni sono tante e dettagliate, con il tempo si aggiornano, affidatevi sempre ad un professionista (biologo, medico o dietista) aggiornato (!!) che possa stilare un piano alimentare ad hoc e basato sulle proprie abitudini e le proprie problematiche e non a fogli unici e con nozioni generiche.