Una problematica che interessa molti dei pazienti che si rivolgono a me é la seguente patologia multifattoriale: La sindrome dell’intestino irritabile o anche definita con l’acronimo più semplificativo: IBS
È un disturbo gastrointestinale multifattoriale e funzionale ossia determinato dal collegamento o asse intestino cervello. Infatti molto spesso nonostante la remissione dei sintomi, dopo un piano mirato e personalizzato, si ripresenta la sintomatologia in seguito a situazioni stressanti o psicologicamente provanti.
Tuttavia è una patologia molto diffusa, con una prevalenza del 4-5% nella popolazione generale, che ha un impatto notevole sulla qualità della vita del paziente in quanto condiziona la sua capacità di vivere con serenità situazioni che coprono la sfera affettiva, sociale e lavorativa.

DIAGNOSI: Come e in quale modalità viene effettuata
Attualmente riferire la sintomatologia clinica da parte del paziente al medico è l’unica modalità che permette la diagnosi di IBS soprattutto in assenza di anomalie strutturali riscontrabili con esami diagnostici endoscopici e radiologici.

I criteri diagnostici attuali sono rappresentati dai criteri di Roma IV, riportati di seguito, elaborati da una “consensus” di esperti internazionali.
I criteri devono essere coerenti con la sintomatologia degli ultimi 3 mesi e devono iniziare almeno 6 mesi prima della diagnosi medica presupponendo:
Dolore addominale ricorrente ossia presente per almeno 1 giorno a settimana negli ultimi 3 mesi, con almeno uno dei seguenti criteri
- Associato a defecazione;
- Associato ad un cambiamento nella frequenza delle feci (più di una volta al giorno o meno) con urgenza nella defecazione o con sensazione di mancato svuotamento intestinale;
- Associato ad un cambiamento nell’aspetto delle feci classificate secondo la scala di Brystol.
A tali sintomi possono essere associati anche la presenza di muco nelle feci, gonfiore o eccessiva distensione addominale.
Inoltre l’attentata classificazione delle feci secondo la scala di Brystol permette di classificafe l’IBS in:
- IBS-C, ossia con prevalenza di stipsi, caratterizzata da feci di tipo 1 o 2 secondo la scala di Brystol e con minore frequenza tipo 6 o 7 sopratutto dopo 4-5 giorni di mancato svuotamento;
- IBS-D, ossia con prevalenza di diarrea, caratterizzata da feci di tipo 6 o 7 secondo la scala di Brystol e occasionale tipologia 1 o 2;
- IBS-M, ossia con alvo misto sia di tipo 1 o 2 che di tipo 6 o 7 secondo la scala di Brystol.
FISIOPATOLOGIA:
Nel momento in cui una patologia si mostra con numerose manifestazioni cliniche, etereogenee e influenzate da differenti fattori (come tutte le patologie dell’asse intestino-cervello) è definita come sindrome.
I fattori patogenetici possono essere:
- Alterazioni della motilità intestinale e della percezione viscerale;
- Pregresse infezioni intestinali;
- Alterazioni del microbiota;
- Flogosi intestinale permanente seppur di modesta sintomatologia;
- Alterazione del sistema immune intestinale;
- Fattori genetici;
- Fattori psicologici;
- Fattori ambientali.
L’insieme di questi fattori contribuisce nello stabilirsi della sindrome creando il cosiddetto “modello biopsicosociale” che caratterizza L’IBS.

Ultimo fattore influente e che rappresenta anche la cura permanente é il cibo. Quest’ultimo ha un’influenza significativa sui sintomi sia in positivo che in negativo. Nel prossimo articolo approfondiró il ruolo del cibo e anche le tipologie di approcci alimentari che sembrano avere un’efficacia terapeutica a lungo termine sull’IBS.