La lettura delle etichette alimentari mentre facciamo la spesa avviene molto spesso in maniera confusionaria, non solo per la frenesia del momento (molto spesso la spesa viene fatta velocemente) ma anche per le tante nozioni o codici che sono presenti sul prodotto ma che non sappiamo decodificare. Questa è la nostra arma: saperle leggere, in quanto i produttori sono obbligati a scrivere sull’etichetta tutte le informazioni che ci permettono di valutarne la qualità.
Spesso nell’acquisto dei prodotti ci affidiamo alla marca o alla pubblicità, perciò uno dei servizi ambulatoriali che offro ai miei pazienti è di insegnare la lettura delle etichette alimentari, inizialmente mi limito a rispondere in maniera positiva o negativa alla domanda: “Dottoressa posso mangiare questo prodotto?” e successivamente noto con piacere la curiosità dei miei pazienti nel chiedermi anche il “perché” o “cosa sono alcuni ingredienti elencati”.
Sappiamo tutti ormai che nell’etichetta alimentare l’ordine in cui sono elencati gli ingredienti corrisponde alla loro quantità, posti quindi in ordine di peso decrescente, il primo ingrediente indicato corrisponde a quello presente in maggiore quantità mentre l’ultimo è quello presente in quantità minore (come gli additivi). Perciò non ci fermiamo alle apparenze, non leggiamo solo la parte anteriore del prodotto, che di solito attira la nostra attenzione con diciture come “senza zucchero”, ma giriamo la scatola e andiamo alla ricerca dei cosiddetti “cugini dello zucchero” ossia lo sciroppo di glucosio o lo sciroppo di fruttosio o il maltosio o il destrosio (insomma tutti gli ingredienti che terminano con -osio indicano che l’alimento contiene indirettamente dello zucchero).
Alcuni esempi
Dall’ordine degli ingredienti possiamo dunque valutare la qualità dell’alimento, ad esempio se vogliamo comprare un succo di frutta (anche se sulla parte anteriore della scatola c’è scritto al 90% frutta) se troviamo al primo posto l’acqua e al secondo posto lo zucchero, riponiamo il succo sullo scaffale perché dovremmo chiederci “dove sarà finito il 90% di frutta?”. Perciò scegliamo un’altra marca oppure prepariamolo a casa.
Tuttavia tutti gli ingredienti presenti nella lista devono essere valutati, non solo quelli presenti al primo posto, preferendo prodotti che contengono olio extravergine di oliva anziché olio di semi vari (ricchi di omega 6, precursori delle sostanze infiammatorie), riponendo sugli scaffali tutti i prodotti che contengono gli acidi grassi idrogenati o margarina, ma che soprattutto abbiano un lunga lista degli ingredienti.
Gli additivi
Infine ci sono gli additivi sostanze che vengono aggiunte al cibo in modo da consentirne la conservazione impedendone l’alterazione del gusto, del colore o della consistenza. In genere sono indicati con un codice, ecco di seguito i nomi corrispondenti:
–Coloranti (da E100 a E199), attenti alla Tartrazina (E102) o Giallo arancio S (E110) per chi è allergico all’aspirina o per gli asmatici, al Giallo chinolina (E104) in quanto leggermente tossico, all’Eritrosina (E127) ad alte dosi si è visto che nei topi provoca un aumento di tumore alla tiroide;
–Conservanti (da E200 a E299), attenti al Sodio solfito (E221) in quanto provoca mal di testa e debolezza, al Nitrito di potassio (E249) pericoloso in quanto se si combina con altre sostanze come le ammine generano le nitrosammine che sono cancerogene (contenuto soprattutto negli insaccati);
–Antiossidanti (da E300 a E322), evitano l’ossidazione dell’alimento;
-Correttori di acidità (da E325 a E385); attenti al Propyl gallate (E311) può provocare eritemi sulla mucosa della bocca, al BHA (E320) aumenta il tasso di colesterolo, alla lecitina di soia (E322) a forti concentrazioni possono influire sull’assorbimento intestinale.
–Addensanti, emulsionanti e stabilizzanti (da E400 a E495),
–Aromi, preferire quelli con la dicitura naturali in quanto sono ottenuti da prodotti vegetali mentre la dicitura singola “aromi” indica quelli prodotti in laboratorio.
Nozioni da tenere a mente
-Scegliere i prodotti che contengono lo zucchero come terzo o quarto elemento della lista o anche più in là (considerando che i primi tre ingredienti sono quelli che principalmente mangeremo);
-Scegliere cibi con una corta lista degli ingredienti, più è lunga e più contengono additivi;
-Leggere e decodificare i vari codici;
-Scegliere prodotti che hanno come primo ingrediente l’elemento base del prodotto (per esempio la frutta per il succo o la farina integrale per il pane);
-Scegliere prodotti che non abbiano la dicitura “oli vari“;
Detto questo buona lettura delle etichette e fate una spesa consapevole e non “di pancia”!